Che dire dopo un salto indietro nel tempo…eh si perché per una mamma di 35 anni che pensava le fossero rimaste solo palestra e aerobica ritrovarsi a giocare in terra francese contro squadre inglesi, spagnole,irlandesi, neo zelandesi, è stato come poter tornare a 16-17 anni.
Per tre giorni ci siamo svegliati all’alba e senza nemmeno il tempo di pensare eravamo già in campo di fronte agli avversari alle 8 di mattina.
Non pensavo di provare ancora quell’emozione che ti prende nei minuti che precedono il fischio d’inizio, è qualcosa difficile da spiegare, vorresti aver già finito la partita ,ma allo stesso tempo non vedi l’ora di metterti alla prova e di dare tutto te stesso per la tua squadra.
Già perché la squadra è stata la mia famiglia per questi tre giorni (senza nulla togliere alla mia vera famiglia che devo ringraziare tantissimo per avermi seguita, sostenuta e sopportata con non pochi sacrifici).
La cerimonia iniziale è stata molto bella e anche emozionante con gli inni e la sfilata di ogni squadra, ma in quel momento non avevo ancora realizzato bene cosa stava per succedere, per me tutta l’avventura si è svolta nel campo da gioco.
Là piano piano abbiamo costruito la squadra , non si può negare che ci siano state difficoltà dal momento che era la quarta per alcuni la terza per alcuni addirittura la seconda volta che ci vedevamo.
Tutti avevamo voglia di giocare e di vincere insieme, ognuno consapevole di dover contribuire con i propri mezzi ad aiutare gli altri, no gelosie, no scontri ,no critiche , ma grinta e maturità.
C’è stato anche un momento difficile devo ammettere, in cui avrei veramente voluto non esserci andata a Parigi e devo ringraziare tutti i miei compagni, il mio capitano e George per la fiducia e il sostegno, che mi hanno dato la carica per giocare fino alla fine divertendomi poi ancora di più.
Giocare contro squadre che hanno già una storia alle spalle ci ha dato una marcia in più, ci ha spinti a giocare al meglio delle nostre capacità per dimostrare che la nostra squadra anche se giovane meritava di esserci agli europei.
Stupefacente nella nostra categoria (categoria mista) è stata m la correttezza di tutti i giocatori, l’onestà il rispetto nei confronti dei compagni , degli avversari e degli arbitri.
Alla fine di ogni partita abbiamo scattato una foto con i nostri avversari, abbiamo riso e scherzato e ci siamo stretti la mano , dopo la partita con gli spagnoli abbiamo intonato il Va pensiero e ballato il flamenco e chissà che altro avremo combinato se non fosse che gli inglesi ci aspettavano in campo per giocare.
E che dire della festa finale…
Musica,birra, gente che ballava sulle gradinate,italiani, inglesi, francesi,belgi spagnoli, scozzesi e tanti altri che festeggiavano insieme, nuove amicizie che nascevano, vecchie amicizie che si ritrovavano uno spettacolo a cui sono fiera di aver partecipato.
Quando siamo tornati a casa mia figlia di 4 anni mi ha detto che Parigi le è piaciuta tantissimo e che domani (per lei il futuro è domani) lei andrà a Parigi a giocare con la maglia blu dell’Italia e che le devo mostrare come si gioca.
Per me averle trasmesso questo entusiasmo è stata la mia vittoria agli europei.
Ciao a tutti.
Maria Rosa
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